Piccoli furti al Muzi. Non ci siamo proprio

Sabato 21 settembre, come ogni fine settimana, gli impianti sportivi del Muzi hanno registrato piena attività e un movimento massiccio di persone, tra gare di campionato e altre manifestazioni sportive.
Purtroppo, alcuni utenti ci segnalano un episodio spiacevole che si sarebbe verificato nel pomeriggio di sabato. Dal magazzino, che utilizzano i ragazzi dell’Orvietana per riporre i propri indumenti, sarebbero spariti diverse paia di scarpini da calcio e qualche accappatoio. La porta, come di consueto, era aperta, in quanto, confidando sulla correttezza e sull’onestà degli sportivi che utilizzano gli impianti, non si è mai verificata la necessità di tenere sotto chiave il materiale ivi depositato.
Riteniamo che questo tipo di episodi siano sempre da denunciare e pubblicamente da condannare, non tanto e non solo per il danno economico conseguente – parrebbe di oltre 300 euro di valore – ma, soprattutto, perché, in questi casi, sorge spontanea una domanda: ma che persona è una che dice di rifarsi ai valori sportivi e poi, senza farsi tanti problemi, si appropria in questo modo di oggetti altrui?
Confidiamo che queste poche righe servano a sensibilizzare, e magari – chissà – a convincere l’autore della bravata a restituire (anche alla chetichella; la porta resta comunque aperta) ciò che indebitamente è stato prelevato.
 
 
 
Sabato 21 settembre, come ogni fine settimana, gli impianti sportivi del Muzi hanno registrato piena attività e un movimento massiccio di persone, tra gare di campionato e altre manifestazioni sportive. Purtroppo, alcuni utenti ci segnalano un episodio spiacevole che si sarebbe verificato nel pomeriggio di sabato. Dal magazzino, che utilizzano i ragazzi dell’Orvietana per riporre i propri indumenti, sarebbero spariti diverse paia di scarpini da calcio e qualche accappatoio. La porta, come di consueto, era aperta, in quanto, confidando sulla correttezza e sull’onestà degli sportivi che utilizzano gli impianti, non si è mai verificata la necessità di tenere sotto chiave il materiale ivi depositato. Riteniamo che questo tipo di episodi siano sempre da denunciare e pubblicamente da condannare, non tanto e non solo per il danno economico conseguente – parrebbe di oltre 300 euro di valore – ma, soprattutto, perché, in questi casi, sorge spontanea una domanda: ma che persona è una che dice di rifarsi ai valori sportivi e poi, senza farsi tanti problemi, si appropria in questo modo di oggetti altrui? Confidiamo che queste poche righe servano a sensibilizzare, e magari – chissà – a convincere l’autore della bravata a restituire (anche alla chetichella; la porta resta comunque aperta) ciò che indebitamente è stato prelevato.      
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