Andrea Sacripanti, “abbiamo due occasioni, avere un orvietano in consiglio regionale e cacciare chi ha governato male per 50 anni”

Andrea Sacripanti consigliere comunale a Orvieto per la Lega, è il candidato di territorio del partito di Salvini pronto alla sfida sia all’interno della coalizione di centro-destra ma soprattutto con la coalizione Pd-M5S ormai ad un passo dall’ufficialità. Proprio Sacripanti, che in caos di elezioni rimarrà comunque in consiglio comunale, sottolinea come quella del 27 ottobre sia “un’occasione unica per ritornare ad avere un rappresentante della città in consiglio regionale.  Mi appello quindi al voto utile”. 

Il centro-destra avrebbe potuto presentare nell’orvietano un unico candidato e invece ogni partito ha il suo tanto che siamo a quota tre.  Perché non si è riusciti in questa operazione visto che l’attuale legge elettorale penalizza sicuramente un territorio come l’orvietano?

Sicuramente sarebbe stato auspicabile arrivare ad un candidato condiviso ma altrettanto legittimamente i partiti hanno scelto ognuno di avere un loro rappresentante anche perché le regionali sono un test importante per contarsi.  Io non posso che fare appello ai cittadini orvietani per un voto utile nel senso che concentrandosi su un candidato hanno un’occasione unica, quella di tornare ad avere un rappresentante della città in consiglio regionale.

Lei ha avuto un ottimo risultato alle scorse comunali, tanto che è stato definito mister preferenza, parte da quello o le regionali sono una vera e propria nuova partita?

Ritengo che sia necessario qualificarsi come rappresentante di un territorio vasto ma omogeneo per cultura, tradizioni e interessi socio-economici.  E’ chiaro quindi che si tratta di rimettersi nuovamente in gioco in questa lunga partita ma sicuramente il risultato mio personale delle comunali è una base da cui partire.

In questi giorni si sta chiudendo l’accordo tra PD e M5S per un loro candidato unico contro Donatella Tesei.  E’ una novità che potrebbe essere scomoda per il centro-destra?

A parte il nome del candidato è sicuramente un’alleanza innaturale e assurda.  Basti ricordare che PD e M5S si sono sempre combattuti a livello politico e, non solo, si sono addirittura denunciato.  Ci troveremo di fronte ad un fatto veramente assurdo e cioè che denunciato e denunciante stiano dalla stessa parte.  Non bisogna scordarsi infatti che in Umbria andiamo al voto con quasi un anno di anticipo per lo scandalo della sanità portato a galla proprio dai rappresentanti del M5S.  A questo punto è chiaro che l’obbiettivo unico sia quello di impedire a Salvini e al centro-destra di governare l’Umbria, è questo il vero collante.

Prima di passare a temi più regionali un’ultima domanda politica; lei è civico o politico?

Sicuramente sono un politico e non me ne vergogno.  Redo in alcuni valori che provengono da una lunga storia personale e che non rimetterò mai in discussione.  Sono politico quando svolgo il mio ruolo istituzionale ma sono pur sempre un cittadino con il suo lavoro e che ha deciso liberamente di impegnarsi nell’attivià politica da molti anni, nonostante non sia anziano anagraficamente.

Quali saranno i tempi portanti per convincere gli orvietani a votare Andrea Sacripanti?

In realtà sono molti ma proviamo ad enunciarne solo alcuni.  Primo fra tutti c’è la questione rifiuti.  L’Umbria deve assolutamente avere una nuova legge regionale che veda nel riciclo il punto dirimente.  Non è possibile che Orvieto sia la discarica di una intera provincia e che non si spinga sull’arrivo di imprese che puntano proprio sul riciclo dei rifiuti.  Altro nodo è la sanità e in particolare le liste d’attesa insostenibili e la salvaguardia e il rilancio degli ospedali periferici come quello di Orvieto.  Infine, non possiamo dimenticare l’agricoltura, settore trainante per il territorio insieme al turismo che si lega anche alle nostre eccellenze enogastonomiche.  La Regione ha grandi colpe ad esempio nei ritardi dei pagamenti per la PAC e nei ritardi infrastrutturali della rete dei trasporti su ferro, ecco basterebbe invertire il senso di marcia per rilanciare il sistema Umbria.

L’Umbria, aggiungerei, ha le peggiori performance economiche del Centro Italia…

Questa è una delle tante ragioni per mandare a casa chi ha governato la Regione per 50 anni. Ritengo che dovremo valorizzare il ruolo dell’Ente Pubblico canalizzando le giuste risorse per creare nuova impresa e nuove opportunità per i giovani.  Bisogna partire dalle nostre principali risorse: agricoltura e turismo e da qui dobbiamo partire potenziando queste nostre eccellenze.  L’Umbria è anche la Regione dei “Campanili” che non devono essere visti come divisivi ma come opportunità per aprire un confronto franco con i sindaci che hanno il polso della situazione in tempo reale.  Dopo avere ascoltato con attenzione i sindaci poi si possono prendere decisioni che sicuramente saranno aderenti alle esigenze dei territori.

Agricoltura e ambiente, sono grandi temi di attualità.  Come può incidere la Regione?

Sono campi in cui la Regione ha un ruolo importantissimo e la dimostrazione l’abbiamo avuta, per rimanere nel nostro territorio, con la questione della geotermia.  Il precedente governo ha dovuto esprimesere parere favorevole, purtroppo, perché la Regione non ha presentato documenti tali da aprire un dibattito e, magari, ripensare la decisione.  Ecco che la Regione ha perso un’occasione per essere vicina ai suoi cittadini.  Per il futuro ritengo che si debbano creare delle aree protette così chi fa impresa, magari speculativa, dovrà da subito confrontarsi con le istituzioni del territorio e regionali avendo ben presenti i limiti per le strutture inquinanti e/o impattanti.  Sull’agricoltura la Regione è il trait d’union tra Europa e territori e tutti noi conosciamo i ritardi nei pagamenti della PAC.  Anche in questo caso il cambio di marcia deve essere veloce e concreto.

E sulla discarica?

Mi sembra evidente che si deve superare il meccanismo dell’attuale legge regionale che, di fatto, ha reso Orvieto la discarica dell’intera Provincia di Terni.  Le tappe del nuovo corso devono assolutamente essere: nuovo piano dei rifiuti e incentivare la costruzione di impianti per il riciclo dei rifiuti.  Oggi le discariche sono centrali in Umbria perché la differenziata ha faticato ad affermarsi e per la mancanza di impianti dedicati al riciclato.  Io penso ad un Regione che metta a disposizione risorse per quegli imprenditori del settore interessati all’Umbria.  Ricordo che attualmente noi esportiamo rifiuti con costi economici e ambientali non indifferenti eppure con 900 mila abitanti potremmo anche pensare ad un ciclo tutto interno con le discariche marginali e il riciclo come punta di diamante.  Insomma, l’Umbria potrebbe essere il riferimento per altre realtà locali.

Altra nota dolente per Orvieto è sicuramente quella dei trasporti.  I treni AV fermano già a Chiusi e nel prossimo futuro, forse a Orte e per Orvieto?

Ho visto una grande esultanza di politici umbri sull’AV che noi portiamo fuori Regione come fosse un grande risultato.  In realtà p un vero e proprio paradosso, anzi una vera beffa per Orvieto che si trova ad avere la linea direttissima che passa sul territorio senza averne alcun vantaggio.  Per quanto riguarda Orte, che ad oggi rimane solo un’ipotesi non confermata da Trenitalia, basterebbe soffermarsi sull’orario ipotizzato, le 4,47 della mattina, per comprenderne la sua totale inutilità per l’intero territorio orvietano. In realtà si dovrebbe rivisitare l’intero sistema del trasporto ferroviario e poi corretto ed è qui che la Regione deve farsi sentire.  Non possiamo tollerare oltre il fatto di avere treni che percorrono la linea Orvieto-Roma in tempi biblici e spesso con ritardi che vanno a danneggiare pendolari, cioè cittadini umbri, e turisti.  Prima dobbiamo migliorare i trasporti regionali e poi possiamo anche pensare all’Alta Velocità.

Perché un cittadino orvietano, magari non elettore di centro-destra, dovrebbe votare Sacripanti?

Perché deve cogliere l’opportunità.  Vista la legge elettorale e i numeri potenziali della Lega, l’orvietano ha una sola speranza di avere un rappresentante e l’appello è proprio quello di liberarsi da magliette e tessere e puntare su chi ha possibilità concrete.

La sua storia va dalla destra alla Lega che prima non era certo un partito nazionale e attento all’unità del Paese.  Si sente a suo agio?

Certamente.  Io sono entrato quando Salvini stava compiendo la svolta nazionale e oggi è pienamente un partito nazionale che mette al centro l’Italia nei suoi rapporti con il sistema internazionale.  Salvini in tal senso è stato un leader vero e tutti i valori in cui credevo da giovane li ritrovo affermati nella Lega.  Oggi la vera battaglia è tra il popolo e gli interessi dei poteri forti, anche e soprattutto in Umbria.

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