Ritorno del mercato a piazza del Popolo subito, il consiglio vota sì, il sindaco scrive no. Chi vale di più?

Nel Palazzo comunale qualcosa non sembra marciare nel verso giusto.  Cosa succede?  In consiglio comunale si discute una mozione presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia che chiede di riportare il mercato, sempre nel rispetto delle regole, in Piazza del Popolo utilizzando anche gli spazi limitrofi a quelli tradizionali.  Un primo segnale di nervosismo si intravede quando dalla maggioranza arriva la richiesta di una sospensione per approfondire l’argomento.  La domanda sorge spontanea al cronista: ma non potevano farlo prima del consiglio visto che la mozione la conoscevano?

Comunque sia al ritorno in aula tutti i gruppi votano sì, ma con sfumature diverse.  Traspare la piena convinzione nella minoranza, mentre dalla maggioranza si sottolinea ogni volta il rispetto delle regole, l’impossibilità al ritorno nella sede storica del mercato.  Non solo, Andrea Oreto, capogruppo di Forza Italia, ammette che gli operatori hanno registrato un calo del fatturato, ma solo in parte è dovuto al cambio di location, il grosso è dovuto alla crisi economica delle famiglie.  La sfumatura più maliziosa arriva dal capogruppo di “Progetto Orvieto”, Alessio Tempesta che parla apertamente di “gruppi di potere” che avrebbero influenzato Garbini e Casasole nel presentare la mozione.  Ma alle fine la mozione passa.  Quindi il clima sembra essere tornato alla normalità.   Scende la sera del 29 giugno e il sindaco in persona attraverso il profilo Fb “Roberta Tardani sindaco di Orvieto”, decide di dare una bella scossa alla politica orvietana scrivendo un post che, di fatto, delegittima quanto deciso all’unanimità dai consiglieri poche ore prima.  Al cronista viene in mente un’altra domanda: può un sindaco, di fatto, delegittimare il consiglio comunale? Ci mancherebbe, il sindaco può ma, poi, deve essere anche pronto ad affrontare una conseguente crisi nei rapporti politici interni alla maggioranza e, molto probabilmente, anche nei rapporti con la minoranza.

A proposito, ecco il testo del post del sindaco che ha innescato la polemica:

▶️ Oggi in consiglio comunale è stata approvata una mozione sul mercato che va nel solco di quanto già stabilito dall’amministrazione in accordo con gli operatori ambulanti.

▶️ Appena possibile, in relazione alle misure anti Covid, il mercato tornerà nella sede originaria di piazza del Popolo. Non ci sono mai state intenzioni diverse ed è quello che abbiamo detto agli operatori con cui c’è un confronto costante. Abbiamo fatto più verifiche tecniche sulla capienza oggettiva, basti pensare che la superficie della piazza è di 2.900 metri quadrati a fronte di 2.000 di superficie occupata dai banchi degli ambulanti, misure che evidentemente non consentivano il mantenimento del distanziamento sociale.

▶️ Abbiamo verificato tutte le ipotesi possibili, compresa l’estensione su piazza Vivaria e piazza della Repubblica, ma le misure anti Covid sono categoriche con controlli molto rigidi a cui dobbiamo ancora adeguarci. L’altro giorno abbiamo avuto un ulteriore confronto con gli operatori del commercio ambulante, per fare un bilancio ad un mese e mezzo dalla ripresa delle attività. Quella del confronto e della condivisione è una prassi ormai consolidata.

▶️ In questo periodo, gli operatori riscontrano poca frequentazione dovuta non solo allo spostamento della sede ma alla poca circolazione di moneta. Alcuni ambulanti hanno viceversa hanno trovato giovamento dal trasferimento in piazza d’Armi perché apprezzato dai clienti provenienti dalle frazioni.

▶️ Ribadisco che l’orientamento resta quello di tornare in piazza del Popolo. Allo stato attuale, l’ipotesi che abbiano paventato per un ritorno in piazza del Popolo sarebbe quella di un turnover fra gli operatori nel mercato. Orvieto è stata la prima città in Umbria che ha riaperto i mercati in sicurezza, consentendo prima di altre città la ripresa delle attività e quando abbiamo riaperto non tutti erano convinti della scelta, anche esponenti della maggioranza mostravano titubanze e preoccupazioni.

▶️ Allo stesso modo quindi non appena le condizioni e le normative lo consentiranno riporteremo il mercato in Piazza del Popolo, condividendo la scelta con tutti gli operatori.

▶️ Per fugare dunque ogni dubbio derivante da notizie che in queste ore stanno circolando e creano disorientamento ribadisco che riporteremo il mercato in piazza del popolo SOLO quando le normative anti-Covid lo consentiranno, condividendo la decisione con gli operatori stessi e rispettando la mozione oggi approvata.

“A stretto giro di post” arriva la risposta di Carlo Ceci, coordinatore di Fratelli d’Italia- Orvieto, “Il Consiglio ha deliberato all’unanimità (lei era assente alla votazione) una mozione per ripristinare il mercato nella sua sede originaria. Credo che la sovranità del Consiglio sia indiscutibile. I decreti del Presidente del consiglio dei ministri e i protocolli consentono, a mio avviso anche nei comuni della nostra provincia, la possibilità di mantenere i mercati così come erano prima del COVID-19”.

E poi ecco anche il post di Cristina Croce, consigliere di minoranza, “la sindaca sconfessa la decisione presa all’unanimità dal consiglio comunale su proposta del Presidente Garbini di dare mandato agli uffici tecnici per individuare da subito le soluzioni migliori per il ritorno del mercato in piazza del Popolo, visto il fallimento della soluzione emergenziale di Piazza d’Armi. Francamente mi pare veramente troppo. Una gaffe imperdonabile la delegittimazione dell’intero consiglio comunale. Chiederemo lumi nelle sedi opportune”.

Altre domande: ma era proprio necessario lanciare il guanto di sfida? E ancora, se in verità non si era convinti perché votare sì la mattina e poi ribadire il no al calar della sera?    Abbiamo un certezza, che a breve arriverà la risposta dei diretti interessati, cioè di Umberto Garbini e Beatrice Casasole, firmatari della mozione e probabilmente arriverà anche quella del presidente del consiglio comunale, sempre Umberto Garbini.  E si aprirà una fase di criticità politica che il sindaco ha innescato, e sarà lei a doverla risolvere, in un modo, o nell’altro.

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