Sacripanti chiede al sindaco di tornare a utilizzare i detenuti del carcere per i lavori socialmente utili

Il consigliere del Gruppo Misto Andrea Sacripanti ha presentato una mozione dai risvolti interessanti che riguarda l’utilizzo dei detenuti della Casa di Reclusione di Orvieto da parte del Comune per i cosiddetti lavori socialmente utili.  Un protocollo d’intesa era stato firmato tra le parti nel 2014 ma da allora, sempre secondo quanto sostiene nella sua mozione Sacripanti, la chiamata di detenuti è stata piuttosto scarsa nonostante la necessità del Comune in vari ambiti.  Di seguito il testo integrale della mozione.

Il Consiglio comunale di Orvieto, premesso che:

Nel 2014 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Comune di Orvieto, l’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto e la Casa di Reclusione di Orvieto che prevedeva l’impiego dei detenuti per le attività inerenti ai cc.dd. lavori socialmente utili.

Da quella data ad oggi, almeno a quanto risulta al Consigliere proponente, sono stati impiegati per un breve lasso di tempo soltanto due detenuti nelle attività in questione, nonostante i problemi legati alla tutela ambientale – quali pulizia e restituzione al decoro di, cimiteri, parchi pubblici e aree verdi – siano particolarmente stringenti tanto nel Centro Storico quanto nei quartieri del nostro Comune.

Appare evidente che l’utilizzo delle persone detenute nella Casa di Reclusione di Orvieto, oltre a rappresentare una concreta opportunità per l’intera Comunità, stanti le esigue risorse, economiche e umane, di cui dispone l’Amministrazione, tenderebbe a favorire la loro reintegrazione sociale e lavorativa attraverso la partecipazione a progetti di utilità sociale dando attuazione al principio sancito dall’articolo 27 della Costituzione secondo il quale il trattamento rieducativo dei soggetti privati della libertà personale deve tendere al reinserimento sociale degli stessi.

L’idea dell’accordo stipulato nel 2014, in buona sostanza, era che lo svolgimento di un’attività lavorativa a beneficio della Comunità potesse costituire un efficace strumento di “reintegrazione” per le persone detenute che potevano così essere impiegate in progetti utili per la Città.

Al riguardo, si evidenzia che è notizia di questi giorni la presentazione del progetto promosso da Roma Capitale denominato “Mi riscatto per Roma” che prevede l’impiego di quindici detenuti addirittura nella manutenzione delle strade della Capitale e dell’area metropolitana;

Dunque, dopo aver sperimentato con successo l’utilizzo di persone detenute per attività riguardanti la tutela del patrimonio ambientale, il Comune di Roma Capitale si è spinto ben oltre: in virtù del nuovo protocollo sottoscritto anche con Autostrade per l’Italia, ben quindici detenuti, selezionati tra quelli a bassa pericolosità e pene ridotte, verranno formati in carcere e da Autostrade per l’Italia per due mesi e mezzo, al termine dei quali otterranno un attestato professionale e poi potranno mettersi al lavoro per la manutenzione delle strade dove svolgeranno interventi di pulizia delle caditoie, riparazione delle buche a caldo e ripasso delle strisce pedonali;

Ciò sta a significare come questi progetti, se sostenuti in modo serio ed efficace, possano riguardare vari settori di competenza del Comune così da perseguire il duplice obiettivo di curare gli interessi collettivi legati alla custodia dei beni pubblici e quelli più strettamente privati relativi al verosimile reinserimento nella Società di ogni singolo detenuto che, sentendosi valorizzato durante la detenzione ed anche attraverso una adeguata formazione, potrà più facilmente trovare un riscatto personale al di fuori del carcere;

La validità di questi progetti è altresì testimoniata anche dall’intervento durante la presentazione del progetto “Mi riscatto per Roma” del Ministro della Giustizia Bonafede il quale ha dichiarato di voler estendere questo tipo di iniziative anche in altri Comuni italiani;

Tutto ciò premesso, alla luce dei persistenti problemi legati all’incuria di Cimiteri, aree verdi, strade, ecc., testimoniati con sempre maggiore frequenza da foto scattate dai Cittadini, ed attese le scarse risorse economiche ed umane di cui dispone l’Amministrazione per fare fronte a questo tipo di incombenze, il Consiglio comunale, riconoscendo per le ragioni esposte in premessa il valore sociale dell’impiego di detenuti nei lavori di pubblica utilità, impegna il Sindaco di Orvieto a:

  • riattivare, o nel caso rinnovare, la convenzione già stipulata nel corso del 2014 tra il Comune, l’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto e la Casa di Reclusione di Orvieto, al fine di predisporre progetti che prevedano l’impiego, a titolo di volontariato, di persone detenute nel carcere di Orvieto nei lavori di pubblica utilità riguardanti la manutenzione dei Cimiteri, la cura delle aree verdi e di tutto il patrimonio ambientale cittadino;
  • considerare l’opportunità, alla luce di quanto realizzato da Roma Capitale, di stipulare ulteriori convenzioni con altri Enti, quali i proprietari/gestori delle strade statali, regionali e comunali, al fine di poter utilizzare, sempre in forma di volontariato e successivamente ad un loro adeguato periodo di formazione, le persone detenute per la manutenzione delle strade insistenti sul nostro territorio comunale.

Vale la pena sottolineare, da ultimo, come un rinnovato impulso di accordi che prevedano il coinvolgimento di detenuti in lavori socialmente utili, favorendone il reinserimento nella Società, sia del tutto coerente con la tipologia del carcere di Orvieto che è un Istituto a Custodia Attenuata, peraltro l’unico presente nella Regione Umbria, che già di per sé prevede un regime penitenziario differenziato dove la funzione rieducativa della pena assume maggiore importanza rispetto a quella retributiva. La custodia attenuata, infatti, offre maggiori opportunità al detenuto di riabilitarsi.

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