Il 26 si vota ma a Orvieto ancora è un tutti contro tutti in puro stile “arsenico e vecchi merletti”

Inizia ad essere veramente complicata la situazione dalle parti del PD e in una certa area del centro-destra.  Si intrecciano trame per tentare di disinnescare la possibile forza dei due candidati forti delle relative aree: Germani e Tardani.  Su Germani piombano di continuo possibili candidature alternative che poi si sciolgono come neve al sole.  L’ultima in ordine di apparizione è quella di Massimo Morcella che, registrando la volontà di Germani ad andare avanti sembra che abbia rinunciato.  Nel centro-destra l’area degli scontenti sembra puntare su due cavalli alternativi: Concina e Fella.  Il primo potrebbe addirittura essere il regista di un consenso trasversale come candidato civico, andando a pescare voti tra parte del PD e parte di FI riuscendo in un matrimonio dalla durata non garantita però e che assomiglierebbe molto di più ad un inciucio.  Il secondo è attirato dalle sirene di quella parte di centro-destra che non ha digerito la candidatura a sorpresa di Roberta Tardani.  A Orvieto la scelta del candidato sindaco per il centro-destra toccava a Forza Italia e invece così non è stato, ufficialmente. E allora apriti cielo!  Anche qui si cercano nomi alternativi che si sfilano uno dopo l’altro o nicchiano troppo visto l’approssimarsi della scadenza elettorale, il 26 maggio è vicino più di quanto sembri.

Da sinistra, poi, arriva anche l’azione di disturbo della “banda dei sette” che alza la voce proponendosi come altro polo aggregatore di quell’area.  Verrebbe da dire, beata ingenuità!  A unire le varie galassie del centro-sinistra non ci riescono i partiti tradizionali, non ci riescono nomi forti, figuriamoci se può riuscirci un gruppo di persone che per ora preferisce non appalesarsi con nome e cognome.  Proprio la banda dei sette sta ad indicare le eventuali difficoltà di un moderato come Concina a mettere insieme anime così diverse.

Per quanto riguarda la galassia M5S le candidature sul piatto sono sempre quelle di Vergaglia e Riccetti e il nodo dell’ufficialità si dovrebbe sciogliere entro il prossimo 26 marzo, speriamo.  Infine abbiamo il professore, Franco Raimondo Barbabella, che per ora si sta godendo la solitudine dell’unico vero candidato definitivo e civico.  Ha puntato tutto sulla piattaforma programmatica presentata lo scorso 7 dicembre e sta cercando di aprire un dialogo con altre anime ricevendo tanti plausi ma poca concretezza.  Insomma il mantra è “il prof. è bravo, ha un bel programma ma preferisco non uscire allo scoperto”.

Ma intanto i programmi?  Per ora, a parte i discorsi di presentazione, non ne abbiamo avuto accenni, non abbiamo libretti o brochure, solo parole ma qui più che altrove vale il vecchio adagio verba volant, scripta manent.

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