Italia Nostra Umbria rilancia e chiede che ARPA effettui i controlli alla discarica “Le Crete

Italia Nostra Umbria insiste e non demorde.  La questione discarica “Le Crete” è sempre aperta e non si ferma.  Il punto più ingarbugliato riguarda il controllo di ciò che è stato già interrato.  Più volte è stata richiesta una ricognizione o meglio un controllo accurato anche tramite georadar ma la proprietà ha sempre negato l’accesso, almeno così è stato riferito alle precise richieste in merito.  Italia Nostra Umbria allora ha ufficialmente inviato un’istanza, firmata dal presidente Lucio Riccetti, urgente di ispezioni per la discarica di Orvieto ad ARPA.

Ecco il testo:

La scrivente Associazione, in persona del Presidente p.t., Lucio Riccetti, in assolvimento allo scopo statutario di tutela dell’ambiente e del paesaggio, formula la presente, per chiedere ad Arpa Umbria, quale autorità competente al controllo, di effettuare, presso l’impianto in indirizzo, apposita ispezione per accertare il rispetto di tutte prescrizioni ambientali di cui all’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 7019/2019 e s.m.i..

Sin da ora, preme precisare che, ai sensi dell’art. 269, comma 9, D.lgs. 152/2006, “L’autorità competente per il controllo è autorizzata ad effettuare presso gli impianti tutte le ispezioni che ritenga necessarie per accertare il rispetto dell’autorizzazione”, a maggior ragione se le richieste provengono dalle associazioni che tutelano ambiente e paesaggio, e che eventuali denegati impedimenti, da parte del gestore dell’impianto, possono integrare il reato di cui all’art. 452 septies c.p..

Restiamo, quindi, in attesa di riscontro sugli esiti delle richieste ispezioni, entro il termine di legge, salva ogni riserva in difetto, anche in sede penale.

Una richiesta secca che a questo punto dovrebbe obbligare ARPA da una parte e la proprietà dall’altra ad autorizzare i procedimenti di controllo e ispezione.  Il condizionale è d’obbligo viste le esperienze del recente passato ma questa volta a dare maggior forza c’è il rischio che, in caso di diniego ulteriore, potrebbe essere avviati procedimenti legali nei confronti anche della stessa ARPA.

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