Praesidium, due o tre cose che non ci convincono sulla “road map” del Comune per CariOrvieto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta scritta dall’Associazione Praesidium a consiglio comunale, amministrazione comunale e sindaci del territorio sulla questione BPBari e CRO in riferimento alla prossima riunione della commissione capigruppo con audizione di Marco Fratini, rappresentante del Comune in seno alla Fondazione CRO.

 

Desideriamo esprimere la nostra insoddisfazione per la “road map” decisa dal Consiglio Comunale di Orvieto nel momento in cui, a seguito della sollecitazione del prof. Barbabella, ha discusso ed affrontato le problematiche connesse al futuro del principale istituto di credito cittadino.  Abbiamo l’impressione che le iniziative decise all’esito della  discussione costituiscano un vero e proprio escamotage per non affrontare il problema.

Teniamo a precisare a tutti coloro che in questi giorni hanno sostenuto che “vogliamo buttarla in caciara” o che “cerchiamo visibilità”, che in realtà  queste locuzioni sono normalmente utilizzate da chi ha necessità di scansare un problema complesso e di difficile soluzione. Sottoponiamo alla discussione, da noi sempre cercata in modo documentato, serio ed equilibrato, le sotto riportate considerazioni.

Nel momento in cui la Banca Popolare di Bari non ha più avuto autonomia di funzionamento, il Governo ha elaborato una proposta di politica industriale, tenendo ben presenti le esigenze del Mezzogiorno, da attuare con risorse sia pubbliche che private e cercando un difficile equilibrio con le regole UE. Dall’Istituto commissariato si dovrebbe far  nascere una banca per lo sviluppo del Sud. I commissari straordinari nominati da Banca d’Italia hanno quindi il compito di approntare un piano industriale, coerente con l’obiettivo strategico, credibile e sostenibile.

Le domande a questo punto sono:

1) perché le Amministrazioni della Regione Umbria, del Comune di Orvieto e dei comuni dei territori dove la Cassa Di Risparmio di Orvieto opera non si sono preoccupate di ipotizzare un piano che fosse di aiuto ad un territorio di cui tutti gli indicatori economici dicono essere il “sud del centro”?

2) perché a differenza degli altri territori interessati (Bari, Brindisi, Foggia, Pescara, Teramo, ecc.) non si sono adoperate per tentare di far recuperare il recuperabile rispetto alla ricchezza bruciata?

Un piano, formalmente comunicato, avrebbe potuto essere preso come linea guida per le azioni politiche e industriali conseguenti.  Gli interessi in campo sono molteplici e solo un sano equilibrio tra gli stessi può portare ad una soluzione utile: clienti con ristoro e una fiducia da recuperareazionisti con una  giusta remunerazione da ottenereimprese con un aiuto al loro sviluppo da riceveredipendenti con una serenità sul loro futuro da ricostruire, dovrebbero trovare una sintesi in un nuovo piano.

Gli attori e le istituzioni in gioco sono, però, da sempre gli stessi, i risultati consuntivati sono impietosi, in questi ultimi anni si è distrutta tanta ricchezza.  L’Amministrazione comunale, se abbiamo ben capito, vuole ripararsi sotto la tutela della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Noi riteniamo quest’ultima un attore importante della scena, ma:

a) è in conflitto di interessi;

b) in passato ha dimostrato di saper proteggere il proprio, seppure improduttivo, investimento in CRO, ma non ha saputo impedire un’importante sottrazione di ricchezza al territorio, per dimensioni seconda soltanto all’alluvione del 2012.

A nostro avviso, le domande a cui oggi sarebbe necessario dare risposta sono:

·       Cosa si intende per Banca di territorio e quali sono gli elementi che la caratterizzano come tale?

·       Quale si ritiene essere, partendo dalle previsioni di chiusura del bilancio 2019, la soluzione migliore per il futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto? e perché?

·       L’ipotesi di vendita di CRO oggetto di trattative che, in base alle poche informazioni oggi disponibili, lascia molti elementi di perplessità, ha presupposti coerenti con gli interessi del territorio?

·       Quale è il piano industriale ipotizzato, unico elemento che permetterebbe una seria valutazione fuori da facili aggettivi privi di significato?

 

Alla luce delle considerazioni appena esposte, non comprendiamo a che titolo i capigruppo del Consiglio Comunale incontreranno un rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.

A tale proposito, vorremmo ricordare quanto previsto dall’art. 9 punto 4 dello Statuto della stessa: “… componenti degli organi agiscono nell’esclusivo interesse della fondazione e non rappresentano i soggetti esterni che li hanno designati, né ad essi rispondono, e non sono portatori di interessi riferibili ai destinatari degli interventi.

In ogni caso ci chiediamo se il dott. Marco Fratini ha la rappresentanza legale del CDA è del consiglio di indirizzo della Fondazione per incontrare formalmente l’amministrazione?

Per quanto ci riguarda, poiché Praesidium rappresenta un importante numero di famiglie, clienti della Cassa di Risparmio di Orvieto, che hanno avuto e stanno avendo seri problemi economici causati dall’Istituto, ci attendiamo di trovare nell’Amministrazione Comunale concreta attenzione alle nostre istanze, anche perché siamo fermamente convinti che sarebbe anche nell’interesse della Banca e della Città tutta.  Praesidium è stata riconosciuta da Banca Popolare di Bari come interlocutore avente pari dignità delle associazioni nazionali dei consumatori in occasione della costituzione e del funzionamento di due commissioni paritetiche volte a risolvere i problemi dei soci in difficoltà ed a comporre le conciliazioni nei casi di contenzioso.

In tali occasioni abbiamo dimostrato competenza, equilibrio e senso pratico.

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