Confronto commercianti-amministrazione. Grazie a tutti e una domanda, quale progetto per la città?

L’incontro tra commercianti e sindaco si è dunque svolto.  Non ha dato forfait nessuno, o quasi.  I commercianti erano compatti pronti a discutere con sindaco e assessore.  OrvietoLife ha voluto fortemente organizzare questo evento perché il dialogo è vitale per il futuro della città.  Vogliamo ringraziare gli oltre 2600 contatti che ieri sera hanno seguito la diretta social su facebook.  Ringraziamo prima di tutti il sindaco che ci ha concesso l’utilizzo della sala consiliare e in particolare lo staff del sindaco e il personale del Comune che ha avuto la cortesia di aprire, e rendere possibile la serata.  Volevamo anche segnalare la presenza massiccia dei commercianti in una serata che invitava a stare a casa piuttosto che uscire.  Erano presenti le principali associazioni di categoria e gli interventi, magari qualcuno oltre le righe, hanno centrato il vero problema: quale progetto per la città.  Una domanda a cui, bisogna dirlo, non vi è stata alcuna risposta se non frammentaria e poco chiara.

Ogni saracinesca che si alza la mattina è vita, ogni saracinesca che chiude è una perdita per la città e non solo in senso economico ma soprattutto sociale.  I conti veri li sanno i commercianti che hanno l’onore e l’onere di condurre un’attività economica piccola, magari, ma significativa.  Il commercio di vicinato è sentinella contro i reati, è il biglietto da visita della città, è servizio sociale, supplisce alle carenze del welfare in alcuni casi, presenta le eccellenze tradizionali di una comunità.

Un centro storico vivo e non un finto presepe è quello che cercano i veri turisti, quelli che decidono di rimanere, di dormire, mangiare, spendere nella città.  Vogliono capire come si vive in una piccola città italiana, luogo del buon vivere, vogliono acquistare le nostre eccellenze in piccole “botteghe” e non nei centri commerciali perché questi ultimi li trovano anche a Berlino, Parigi, New York e nel grande mall chiamato internet.  Chi cerca il presepe vuole essere ingannato. Vuole vedere una realtà che non esiste, con vicoli e piazze vuote, libere, senza piattaforme, perché allora bisogna dirla tutta, silenziosa e la notte con poche luci e le stelle, quando il buon Dio lo permette.  I paragoni con realtà ben più piccole vicine a noi non hanno senso.  Civita è una rocca con un borgo, un ponte di collegamento, il presepe che qualcuno vorrebbe.  A Orvieto vivono circa 4 mila persone, ci sono studi medici, professionali, negozi, banche, scuole, farmacie, teatro, cinema e altro.  Le persone che ci abitano lavorano, sono pendolari, fanno spesa, traslocano, caricano e scaricano e sanno benissimo di avere il privilegio di vivere nella bellezza e non vicino, con tutti gli onori e gli oneri.  Lo sanno anche i commercianti di avere il privilegio di operare nella bellezza.  Detto ciò questa bellezza va preservata, protetta, vissuta al passo con i tempi compatibilmente con la struttura che non è stata costruita per le auto e i moderni accessori, come le canne fumarie, internet, le antenne satellitari.

Dopo la serata rimane traccia di una domanda che aleggia nell’aria: quale progetto di città? Rimane traccia di una retromarcia su Via Signorelli su Via Malabranca mentre Piazza del Popolo assomiglia molto ad una sorta di moloc intoccabile sempre senza un progetto reale, tangibile, condiviso con realtà produttive e residenti.  Rimane traccia di una categoria, quella dei commercianti, da sempre considerata litigiosa e gelosa del proprio orticello, che ha alzato la voce, si è unita presentandosi con i propri massimi rappresentanti lì a chiedere un ripensamento e un nuovo modello di partecipazione.  Rima traccia della crisi che morde che certamente non può essere addossata al Comune ma contro la quale l’amministrazione sembra combattere in senso ostinato e contrario. Rimane traccia di un servizio navetta monco, poco utile sia ai residenti, tutti, che ai turisti vista l’assenza serale, la scarsa segnaletica e la domenica off limits.

Rimane poi l’ultima traccia, quello di una sera di confronto propositivo, acceso, partecipato che ha visto protagonisti cittadini e amministrazione, ognuno con le sue idee, con il suo carattere e la sua ironia ma con un obiettivo, farsi valere e farsi capire fino in fondo.  Rimane la domanda: quale progetto per la città?

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