Praesidium scrive a Confcommercio e Confesercenti chiedendo di intervenire sulla questione CRO

Il testo della lettera inviata da Praesidium ai presidenti locali di Confcommercio e Confesercenti

 

Sig. Giuseppe Santi, presidente Confcommercio Orvieto.
Sig. Sandro Gulino, presidente Confesercenti Orvieto

Signor presidente,
come associazione Praesidium, associazione di risparmiatori BpB-Cro, vorremmo sottoporle alcune considerazioni sul tema della finanza nel nostro territorio, che crediamo a voi note, seppure dobbiamo constatare che sull’argomento non c’è mai stata una presa di posizione o un intervento dell’associazione da Lei presieduta.
La CRO ha effettuato, in conflitto di interesse, in tempi recenti, un massiccio collocamento presso i propri clienti di azioni della BPB che ad oggi vengono poste in vendita svalutate di circa il 37 % e comunque sono totalmente illiquide a testimonianza di come il mercato percepisce il valore e le prospettive della BPB.
Si è così prodotta una sottrazione di ricchezza all’economia del territorio di alcune decine di milioni di Euro.

Crediamo che questo evento, molto sottovalutato, produca una predisposizione a limitare acquisti, insicurezza economica, che in alcuni casi è vero e proprio disagio, rabbia per l’impossibilità di utilizzare i propri risparmi, paura, quasi certezza, della loro perdita.

Crediamo che l’impossibilità di far circolare milioni di euro nel nostro tessuto economico produca più danni che non la perdita di qualche parcheggio a piazza del Popolo, che sembra invece attrarre l’attenzione di tanti operatori commerciali della città come se contribuisse ad acuire la crisi del commercio nella nostra città.
Anche gli imprenditori del territorio, i sindaci, quanto resta dei partiti sembrano restii ad affrontare il problema, vitale per l’economi locale.
Il 20 marzo la Corte Costituzionale si esprimerà su richiesta del Consiglio di Stato sulla modalità di interpretare il diritto di recesso nella trasformazione delle banche popolari da Soc cooperative a SPA. La BPB per sua stessa affermazione (pag. 16 della semestrale) sostiene che in assenza della possibilità di rinviare sine die il pagamento di detto diritto e senza un aumento di capitale non avrà la possibilità di attuare il suo piano.
Inoltre la CRO potrebbe subire le pesanti conseguenze di una possibile evoluzione negativa della situazione della BpB e con essa il suo socio di minoranza, la Fondazione CRO, che vedrebbe messo in crisi il suo importante asset patrimoniale.
La BPB ha tentato la fusione per incorporazione pagando la Banca cittadina con azioni il cui valore è tutto da scoprire, ma di sicuro fortemente inferiore al dichiarato.
Fino a ora è stato evitato un tale disastro, di cui tutti subiremmo le conseguenze, dato il supporto a molte iniziative che viene offerto ogni anno dalla Fondazione CRO, in coerenza con il suo scopo. Anche la Regione Umbria ha approvato una mozione per contrastare tale la fusione per incorporazione.
Tenuto conto che:
1.  la Fondazione è unico socio di minoranza qualificato di una SPA ad azionariato ristretto,
2. la Fondazione ha sfiduciato i rappresentanti da lei indicati nel consiglio di amministrazione di CRO,
3.  i rappresentanti sfiduciati hanno ignorato tale atto dichiarando nei fatti l’irrilevanza dei poteri della Fondazione,
noi riteniamo i prossimi mesi particolarmente importanti per il futuro economico della città e riteniamo che molto potrà dipendere dalle azioni che la Fondazione attuerà. Le sue politiche in un periodo eccezionale non possono certamente essere improntate a ordinaria amministrazione.
Riteniamo che la Fondazione debba irrobustire la sua posizione utilizzando a pieno i poteri che lo statuto ed il fatto di essere socio di minoranza qualificata le consentono, riteniamo inoltre importante che le forze sociali la sostengano in tale azione.
È superfluo ricordare che da alcuni anni CRO consuntiva risultati che non permettono distribuzione di utili e non consentono alla Fondazione di attuare a pieno la Sua politica di aiuto allo sviluppo socioeconomico del territorio.
Comprendiamo che fino a ora l’atteggiamento verso la Banca di territorio per eccellenza, la CRO, è stato quello del “cappello in mano”, ma i danni che si stanno producendo alla vitalità economica dell’Orvietano e a noi risparmiatori (clienti dei vostri negozi) dovrebbero spingere anche le associazioni di categoria verso un’auspicabile partecipazione per limitare le dinamiche disastrose che si stanno sviluppando.
Siamo disponibili ad un incontro con Lei per ulteriori approfondimenti, almeno per comprendere quanto l’assenza sul mercato orvietano di milioni di euro e la condizione psicologica ed economica di centinaia di cittadini può contribuire allo stato di crisi che molti denunciano.
Buon lavoro
Fabio Giovannella,
presidente PRAESIDIUM
associazione di risparmiatori CRO-BPB

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